– Sirmione
Un tuffo nella preistoria
Sirmione si trova al centro dell’area delle palafitte gardesane, una zona di grande rilevanza archeologica che ha restituito negli anni numerosi reperti relativi ad insediamenti preistorici.
Dalla punta della penisola, nelle giornate limpide, è possibile vedere, in un raggio di circa 10 km, tutte le località che durante il II millennio a.C. ospitavano gli abitati palafitticoli del lago: da San Felice sulla costa lombarda, fino a Garda sulla costa veronese. Insediamenti di questo tipo sono presenti anche nell’intero entroterra gardesano e nei bacini morenici.
La maggior parte di questi insediamenti sono oggi sommersi e, proprio queste specifiche condizioni, hanno permesso la conservazione di materiali organici come legno e tessuti, consentendo agli archeologi di ottenere preziose informazioni su agricoltura, allevamento, abitazioni e vita sociale delle antiche popolazioni dell’epoca: un periodo lungo oltre quattro millenni, che va dal dal 5000 al 500 a.C.
Le palafitte gardesane si inseriscono nel più ampio contesto dei siti palafitticoli del nord Italia (19 insediamenti) e dei Siti palafitticoli preistorici dell’arco alpino: 111 antichi villaggi che si estendono su 5 nazioni, dalla Francia alla Slovenia e che dal 2011 fanno parte del Patrimonio Mondiale UNESCO.
Il sito palafitticolo di Sirmione
Localizzato nella zona della Lugana Vecchia, attualmente Colombare, il sito è stato studiato fin dal 1996 e ha permesso di rilevare i resti delle palafitte a 100 metri dalla linea di costa, con pali di legno di quercia, olmo e cerro. Alcuni materiali erano già stati recuperati fin dal 1976, con notevole ricchezza e varietà di bronzi, rame e pietre, riconducibili a un deposito di fonderia. Altre analisi sul legno delle palafitte, effettuate nel 2006, hanno permesso di datarle intorno al XVII secolo a.C.
Il Museo Archeologico di Sirmione, all’interno dell’area archeologica delle Grotte di Catullo, aperto al pubblico dal 1999, raccoglie le testimonianze della storia più antica della città, tra cui gli oggetti recuperati nelle palafitte sommerse lungo le coste della penisola, tra l’Oasi San Francesco e Maraschina, passando per Porto Galeazzi e Lugana Vecchia.